Carnage

Carnage, Francia, 2011

Regia: Roman Polanski
Sceneggiatura: Roman Polanski e Yasmina Reza, dalla piece teatrale di Y. Reza
Fotografia: Pawel Edelman
Montaggio: Hervé de Luze
Musica: Alexandre Desplat
Prodotto da: Saïd Ben Saïd, Oliver Berben, Martin Moszkowicz
Durata: 78′
Genere: Commedia drammatica
Budget:
$25,000,000
Riprese: 31 Gennaio 2011 – 14 Marzo 2011 a Parigi
Data di uscita: 16 Settembre 2011 (Italia)
Sito Ufficiale

 CAST                                                                                                                                                                                   

Jodie Foster (Penelope)
John C. Reilly (Michael)
Kate Winslet (Nancy)
Christoph Waltz (Alan)

 

 TRAMA                                                                   


Due ragazzini undicenni litigano: labbra gonfie, denti rotti…. I genitori della “vittima” (Penelope e Michael) invitano i genitori del “teppista” (Nancy e Alan) a casa loro per cercare di risolvere la faccenda. Gli iniziali convenevoli scherzosi si trasformano presto in battute al vetriolo che sfoceranno in un crescendo di rivelazioni sulle ridicole contraddizioni e i grotteschi pregiudizi dei quattro genitori, nessuno dei quali sfuggirà al conseguente massacro.

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 TRAILER                                                                 

 IL FILM (RECENSIONE)                                                          

Non è facile portare sullo schermo un testo prettamente teatrale che si basa interamente sui dialoghi e sulle interazioni tra i personaggi. Roman Polanski è un maestro del cinema claustrofobico (Il coltello nell’acqua) e in questo film sceglie di portare sullo schermo la commedia teatrale di Yasmina Reza conservandone i tratti tipici. La storia infatti è interamente ambientata all’interno dell’appartamento di Penelope e Michael e per tutta la durata (in realtà non particolarmente lunga, 78′) non lasciamo mai la loro casa. Eppure il tutto si segue con divertimento, senza mai avvertire un senso di chiusura o ripetitività. Carnage conserva tratti prettamente teatrali. La camera è spesso fissa e alterna primi piani, controcampi e totali. Davvero interessante il gioco registico per cui, a seconda di come evolve il dialogo, i personaggi vengono divisi o uniti nell’inquadratura: ogni volta è una guerra tra uomini contro donne, coppia contro coppia, personaggio contro personaggio o addirittura tutti contro uno. Polanski gioca con le posizioni degli attori per potenziare il conflitto o l’eventuale unione del momento. Un esercizio di stile che deve aver entusiasmato il regista, nel cercare ogni volta di rendere interessante la costruzione filmica.

Tuttavia, si ha la sensazione di assistere a del teatro filmato. In questo senso,  lo straordinario quartetto di attori, pecca in maniera quasi impercettibile di una recitazione teatrale, sempre sul filo dell’esagerato, del sopra le righe. Soprattutto Jodie Foster in qualche scena non sembra dominare come dovrebbe l’interpretazione del suo personaggio. Il rischio è di rendere questi quattro personaggi più simili a delle macchiette piuttosto che a dei personaggi reali e credibili. Sono comunque quattro interpretazioni esilaranti da vedere, e i difetti sono dovuti alla costruzione del film. Mantenendo una certa teatralità, si rischia infatti di rendere meno credibile la storia. In carnage si avverte in maniera netta la costruzione del tutto. La costruzione dei dialoghi ad esempio è forse il maggior difetto;  sembrano andare sempre verso una certa direzione e la spontaneità talvolta si perde; certe battute sembrano più delle scuse per mandare avanti la storia piuttosto che la naturale evoluzione di una dialogo che diventa litigio. Ogni azione e ogni reazione sono perfettamente spiegate, ad ogni battuta corrisponde una precisa risposta che porta il dialogo esattamente dove si vuole andare e in un mezzo realistico come il cinema si perde naturalezza (Ad esempio quando tutti che chiedono a Nancy perché non vada in bagno, una domanda naturale, ma lei non risponde: proprio il far porre la domanda rende la scena un po’ finta, ma ovviamente era necessario far rimanere Nancy in soggiorno per la scena più esilarante). Quello che sembra mancare al film è un ritmo recitativo spontaneo: sembra più di assistere ad un copione recitato. Questo non fa vivere i (piccoli) climax del film nel modo più suggestivo e alla fine non sembra esserci il vero e proprio massacro intellettuale che avremmo voluto vedere (questo probabilmente è dovuto anche alla storia di partenza, che non sembra indagare davvero nei temi che affiora). Tutto resta sempre molto controllato e spiegato. Non c’è un incremento della tensione e del ritmo che avrebbero giovato alla storia, facendoci perdere all’interno di un turbine di emozioni esplosive. Anzi, ogni tanto si avvertono dei cali di tensione (sopratutto con il ripetitivo gioco delle telefonate di Waltz, Polanski si fossilizza troppo sulla conversazione telefonica piuttosto che sulla scena in sottofondo). Anche un finale definito avrebbe giovato, invece Polanski sceglie quasi di lasciare questi personaggi mentre la loro storia volge alla fine.

Il film ha comunque delle scene riusciti e divertenti, su tutte Nancy che vomita sul libro di Kokoschka e Penelope che lancia la borsa. Tra i quattro protagonisti, Christoph Waltz è capace di rendere il suo Alan divertentissimo da seguire, nonostante sia probabilmente il più antipatico ed egoista tra di loro. Arricchisce la sua performance di espressioni impagabili ed è il più notevole. Kate Winslet è davvero brava nel dipingere la spocchiosa Nancy e anche quando si lascia andare riesce a risultare credibile e in parte. Foster e Reilly invece recitano in maniera quasi opposta, tanto nevrotica e sopra le righe lei, tanto misurato e naturale lui. Quattro performance riuscite, anche se la mancanza di premi importanti forse lascia intendere che con un’altra costruzione avremmo potuto trovarci di fronte a delle interpretazioni davvero indimenticabili. Invece,  pur essendo un film riuscito e godibile, è la sensazione di aver visto su pellicola uno show teatrale che è difficile da dimenticare.

 IL PERSONAGGIO E L’INTERPRETAZIONE DI KATE WINSLET          

Nancy è spocchiosa, viziata, alto borghese e particolarmente rigida. E’ sempre perfettamente composta, cerca di essere diplomatica e di dire sempre la cosa giusta pur di mantenere un certo profilo. In realtà con l’evolversi della storia, le vere idee di Nancy affiorano e si lascia presto andare ad uno sproloquio dove dimentica totalmente le buone maniere e le cose che si dovrebbero dire. E’ una madre che in realtà cerca di proteggere il figlio e non è poi così convinta della sua malafatta: suo figlio non può aver fatto una violenza del genere senza motivo.

Un’interpretazione divertente e godibile per Kate Winslet. Un personaggio perlopiù negativo, al quale però riesce a dare una certa umanità (sopratutto nel rapporto con Alan, nel modo di parlargli e nel modo di guardarlo, riesce a far percepire la sua insoddisfazione come moglie). Interessante l’uso del corpo come veicolo di tratti caratteristici: è rigida e esageratamente composta all’inizio, poi si lascia andare completamente alla fine, seguendo l’evoluzione dei dialoghi. Bravissima nel far affievolire le piccole ipocrisie di Nancy, quando si sforza di essere educata e diplomatica e riesce a farci percepire i tratti più veri del carattere del personaggio. Alcune espressioni del viso sono davvero spassose, la capacità di giocare con lo sguardo è sempre uno dei tratti più notevoli nella recitazione di Kate Winslet. Inoltre modula la voce di Nancy in modi differenti, utilizzando spesso il fiatone per trasmettere i tratti nevrotici della sua Nancy quando si arrabbia. Essendo il film sopra le righe, non è un’interpretazione perfettamente naturale, e la Winslet si diverte molto nel recitare al limite. Questo, se da un lato rende divertente il film, dall’altro fa avvertire legermente la recitazione degli attori e si perde quella spontaneità che avrebbe reso il personaggio e l’interpretazione davvero memorabili.

Voto Film: 3,5 (su 5); Voto Kate: 4 (su 5).

 CURIOSITA’                                                          


Il film nasce dalla piece teatrale di Yasmina Reza (“God of Carnage”) e portata in scena a Broadway da James Gandolfini, Marcia Gay Harden, Jeff Daniels e Hope Davis. Anche in Italia è stato prodotto nel 2010, interpretato da Silvio Orlando, Alessio Boni, Anna Bonaiuto e Michela Cescon per la regia di Roberto Andò.

La parte di John C. Reilly doveva essere intepretata da Matt Dillon, che ha abbandonato il progetto.

La piece è ambientata a New York, ma a causa dei problemi legali del regista (che non può tornare negli Stati Uniti altrimenti sarebbe arrestato) la città è stata ricostruita negli studi della SBS a Parigi.

Girato in tempo reale. Il regista ha chiarito sin dall’inizio la sua volontà di mantenere lo svolgimento in tempo reale dello spettacolo nel quale l’azione si svolge in 90 minuti, senza interruzione, in un’unica location, ben consapevole delle che questa scelta avrebbe implicato passando dal palcoscenico al grande schermo. “E’ una vera sfida realizzare un film in tempo reale, senza una singola ellisse,” commenta Roman Polanski.

Data di uscita: 16 Settembre 2011. Anteprima mondiale l’1 Settembre alla 68esima Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia.

Dal 23 maggio in dvd e blu-ray.

News dal Festival di Venezia 2011: video e foto.

 KATE WINSLET HA DETTO                                     

“E’ la prima volta che lavoro con Roman, un’esperienza incredibile. E’ un regista geniale che sa esattamente cosa vuole tutto il tempo. Visivamente il film dà molta importanza ai dettagli. Ero molto nervosa prima delle riprese per via dell’idea di lavorare con Roman e perché nessuno sapeva cosa aspettarsi. Abbiamo fatto le prove per 2 settimane, e dopo la prima settimana Roman ci ha mandati a casa dicendo ‘Penso che tutto andrà bene quando ci rivedremo Lunedì e voi saprete tutto il copione”. E noi abbiamo risposto, “ma è un copione intero!”. E lui: “E allora?”. Abbiamo dovuto imparare 100 pagine in 2 giorni. Il lunedì l’abbiamo recitato tutto d’un fiato, come una rappresentazione teatrale. Il film è stato girato dall’inizio alla fine in ordine cronologico. E’ incredibile. E’ stata un’esperienza bellissima che mi ha permesso di scoprire, ancora una volta, che non c’è ragione per me di avere paura di fare teatro, perché alla fine è ciò che abbiamo fatto con Roman.”

“Lavorare con Jodie Foster è meraviglioso. Era come suonare il piano con i migliori accordi del mondo. Sa tutto quello che c’è da sapere e ha sempre le migliori idee. E’ una vera professionista e, essendo anche regista, è di grande sostegno. Credo che i nostri metodi di lavoro siano simili, e anche il modo in cui supportiamo gli altri attori. Fortunatamente, tutti e quattro lavoriamo in maniera simile. Ad essere onesta, era un sollievo dato che le riprese si sono svolte in un’unica stanza.”

“Nancy è una madre molto presa dal suo lavoro, assalita dai sensi di colpa per non dedicare abbastanza tempo al figlio ma con al contempo delle idee molto precise sulla maternità e sull’essere genitori quando in realtà brancola nel buio. E pur amando suo figlio, ci sono alcune cose delle quali è totalmente all’oscuro”.

“Carnage è una finestra su tanti mondi diversi. Parla delle complessità dell’essere genitori, di come si dovrebbero crescere i propri figli, e delle dinamiche infinitamente complesse che sono alla base di ogni matrimonio. Trattare argomenti così seri e complessi in una commedia è stato il grande merito di Yasmina che è riuscita in questo modo a farli arrivare ai pubblici più diversi in maniera egregia e illuminante. Ridere di noi stessi e prendersi gioco della comune condizione umana sono cose che ognuno di noi ha vissuto in un modo o nell’altro indipendentemente dalla lingua parlata, dal paese di appartenenza o dalle esperienze vissute”.

“E’ una storia molto vera. Per esempio, nell’area per la ricreazione, il luogo in cui s’incontrano gli altri genitori, regna sempre un’aria di falsa o comunque solo apparente gentilezza e buona educazione, del tipo “devo essere gentile con te, anche se ti odio con tutte le mie forze”. Tutti i genitori, in quelle circostanze si sforzano di sembrare gentili, una messa in scena che a volte si perpetua anche quando tentiamo di proteggere i nostri figli”.

Kate Winslet è stata anche immediatamente attratta dalla maniera in cui la storia affronta il tema dell’eccessivo uso delle nuove tecnologie che ormai dominano le nostre vite. “Il film e lo spettacolo mostrano quanto sia facile estraniarsi dalla realtà dei fatti e cercare soluzioni rapide e tecnologiche anche nei rapporti interpersonali. Ormai trascorriamo ore a controllare gli sms sui telefoni cellulari, a rispondere a chi ci scrive o ad aspettare il fatidico “beeep” e siamo abituati a vivere e a riconoscere le nostre amicizie utilizzando delle comunicazioni e dei rapporti non verbali.”

“La cosa più affascinante di Carnage è che inizia in un modo e diventa molto presto qualcosa di totalmente diverso. E questa è una caratteristica che adoro perché è una storia vera, reale ma al contempo è totalmente imprevedibile. Pensi di vedere un film di un certo tipo ma in realtà cambia velocemente registro e diventa un qualcosa di molto diverso.”

“I personaggi utilizzano parole forti e aggressive come se fossero armi o modi per spiegare le proprie emozioni o la loro percezione dei pensieri degli altri. Nessuno di loro si assume la responsabilità delle parole che gli escono dalla bocca. Ed è questo il motivo per cui la storia va avanti in questo modo, perché nessuno si assume la responsabilità di ciò che dice”.

“Ho sempre adorato le prove. E’ sempre un enorme piacere riuscire ad avere il tempo per provare, anzi direi che è un vero lusso. Non credo però che nessuno di noi quattro avesse previsto che Roman ci facesse imparare tutta la sceneggiatura, come si fa a teatro. E’ stata un’esperienza incredibilmente elettrizzante mettere in scena l’intero film perché ciò ha implicato che quando siamo arrivati sul set conoscevamo tutti le nostre posizioni alla perfezione. E’ stato molto utile per noi e anche per Roman perché ha avuto il tempo di organizzare e strutturare le riprese. Il periodo delle prove è stato molto importante per noi perché si è creato un forte legame. E’ stato divertente cercare di essere all’altezza di questa sfida e trascorrere tanto tempo con attori così talentuosi e di successo. Sentire l’esigenza e il desiderio di trovare la sintonia tra di noi è stata un’esperienza appagante e elettrizzante.”

Per Kate Winslet, il periodo delle riprese è stata l’occasione per scendere a patti con la scena che le creava maggiori problemi, vale a dire quella nella quale si lancia in uno sproloquio in preda ai fumi dell’alcol qualche minuto prima di vomitare sui preziosi libri di arte disposti sul tavolino di Penelope: “Sapevamo tutti che aveva l’aria di un discorso ufficiale. La vera sfida era far sì che sembrasse una cosa assolutamente fuori contesto e improvvisa. La soluzione ce l’ha offerta Roman con la sua maniera di dirigerci e siamo stati aiutati dall’averla provata e aver visto che avrebbe funzionato. Questo è stato un vero lusso. Sono stata molto sollevata quando abbiamo finito perché per me è una scena molto difficile. Non c’è niente di peggio di una scena da ubriaco recitata male!“

 HANNO DETTO                                             

“Succede tutto in tempo reale, quindi il film è un racconto di 1 ora e 45 minuti di negoziazioni tra due coppie di genitori, e di come le cose vadano a finire in frantumi. Ricorda “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, ma è un poco più divertente. C’è molta arguzia.” Jodie Foster

“E’ una commedia sulle buone maniere e su come la gente le abbandoni facilmente. L’elemento che fa veramente funzionare la storia è che i personaggi sono delineati alla perfezione nella loro diversità. Il personaggio di Kate Winslet è quello che riesce meglio degli altri a essere una sorta di trait-d’union, di collegamento tra tutti ma sappiamo bene che non è questo quello che pensa veramente o che vorrebbe fare, di conseguenza la seguiamo in questo suo tentativo e la vediamo diventare sempre più premurosa.” Jodie Foster

“E’ stata un’esperienza davvero grandiosa. Lavorare con Polanski vuole dire lavorare con un regista esigente, perfezionista. Ti insegna che non si possono prendere scorciatoie, che bisogna fare esattamente quella cosa lì. Esattamente quella. Senza scambiarla con una più facile”. Christoph Waltz

 

 NOMINATION & PREMI                                             

BOSTON SOCIETY OF FILM CRITICS AWARDS
2011 Premio Miglior Cast, Christoph Waltz, Kate Winslet, John C. Reilly, Jodie Foster

CINEMA WRITERS CIRCLE AWARDS (Spagna)
2012 Nomination Miglior Sceneggiatura non Originale

GOLDEN GLOBES
2012 Nomination Miglior Attrice Protagonista in un film Commedia, Kate Winslet
2012 Nomination Miglior Attrice Protagonista in un film Commedia, Jodie Foster

GOYA AWARDS
2012 Nomination Miglior Film Europeo

SAN DIEGO FILM CRITICS SOCIETY AWARDS
2011 Nomination SDFCS Award Miglior interpretazione del cast

SATELLITE AWARDS (Golden Satellite)
2011 Nomination Miglior Attore Non Protagonista, Christoph Waltz
2011 Nomination Miglior Attrice Non Protagonista, Kate Winslet

FESTIVAL DI VENEZIA
2011 Nomination Leone d’Oro – Roman Polanski

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