Kate Wislet mascolina per L’Uomo Vogue

Kate Winslet by Peter Lindbergh
An acting fantasy. Kate Winslet sulla cover del numero di novembre 2015 de L’Uomo Vogue

 

 

 

Gli abitanti di Le Touquet sono in fibrillazione: qualcuno ha avvistato Kate Winslet sulla spiaggia, sul set di uno shooting di moda. Pare sia arrivata in elicottero, per la gioia dei quotidiani locali che l’hanno subito strillato in prima pagina. “È vero, è un volo di 45 minuti da dove abito”, conferma l’attrice inglese, oggi residente in una favolosa dimora sulle coste del Sussex. “La cosa divertente è che ho tentato di convincere Peter (Lindbergh, ndr) che la spiaggia davanti a casa mia era esattamente come quella della location in Normandia, ma non mi ha dato retta. Poi gli ho fatto vedere alcune foto e lui si è stupito: “Ma sono identiche?!”. Certo che lo sono, ho risposto, l’ho ripetuto dieci volte! È scoppiato a ridere e mi ha promesso che presto verrà a trovarmi per verificare di persona”.

Kate conosce bene Lindbergh, e ama lavorare con lui. “Il nostro primo shooting risale a oltre 10 anni fa. Ma è sempre una sorpresa ritrovare la sua energia, il suo amore per il soggetto, la sua passione. Certo, ti fa sentire bella, ma credo che il suo vero genio sia la capacità di catturare la verità di una persona, senza artifici. Mi fido di lui istintivamente, perché so che non vuole trasformarmi in ciò che non sono”. Nel servizio di queste pagine, potremmo dire che invece di trasformarla le ha permesso di realizzare in parte una sua fantasia di attrice: quella di interpretare un uomo. “Il merito va tutto a lui, è un’idea sua, che ho accettato con entusiasmo. Spesso i giornalisti mi chiedono quale ruolo sogno di interpretare, e io rispondo sistematicamente “quello di un uomo”. Per un’attrice è il challenge supremo, no? Mi sono davvero divertita a travestirmi, e a trovare in me un lato più mascolino, anche se qui stiamo parlando di un servizio con Peter, quindi maschile ma sexy: lui vuole sempre mostrare qualche centimetro di pelle in più…”, le scappa una risata contagiosa.

Contrariamente ad altri nomi della A-list di Hollywood, Kate Winslet non si è mai espressa sul fatto che l’industria cinematografica sia quasi esclusivamente in mano a uomini. “È risaputo che non mi tiro indietro quando si tratta di muovere critiche su alcuni argomenti che mi stanno a cuore. Ma non sento il bisogno di esprimermi in merito perché personalmente non lo considero un problema. Sarei un’ingrata se non parlassi della mia fortuna di lavorare con uomini eccezionali. Per esempio, ho appena finito di girare un film diretto da Danny Boyle, scritto da Aaron Sorkin, a fianco di Michael Fassbender, uno degli attori più preparati e incredibili: cosa chiedere di più?”. Il film in questione è l’attesissimo Steve Jobs, costruito sulla geniale sceneggiatura di Sorkin a mo’ di tragedia epica in tre atti. Kate interpreta Joanna Hoffman, storicamente la sola collaboratrice in grado di tenere testa al creatore di Apple (impersonato da Fassbender): “Sono andata a trovarla e ho trascorso molto tempo con lei per capire la loro relazione fatta di grande affetto e altrettanto rispetto. Credo che siano rimasti legati fino alla fine perché lei era l’unica persona che non voleva nulla da lui”. Alcuni critici, pur salutando la sua performance nel film, hanno apprezzato meno il suo accento troppo pronunciato (Joanna è di origine polacco-armena).

Kate fa notare che le capita ormai di rado di interpretare un personaggio “British”: “Ho appena finito di girare The dressmaker, dove interpreto una couturière australiana, e Triple 9, dove sono una crudelissima mafiosa russa. Mi diverto tantissimo a fare gli accenti, però è strano che non mi propongano un ruolo veramente British, no?”. Strano anche che non le sia stata ancora proposta una vera commedia brillante: il prezzo da pagare per aver girato troppi film drammatici? “Non ci sono tante buone commedie in giro, e forse i registi non pensano che io abbia la vena comica. Probabilmente nell’immaginario cinematografico gli unici attori comici in Inghilterra sono Hugh Grant e forse Hugh Laurie”, ride, “tutti gli altri sono visti come attori cresciuti alla scuola di Shakespeare, allevati nella tragedia, sempre con una tazza di tè sul comodino…”. Peccato, perché Kate è dotata di una grande vis comica: basta pensare al suo spassosissimo cameo nella serie Tv Extras, scritta da Ricky Gervais, in cui l’attrice interpreta se stessa nei panni di una suora sul set di un film di guerra che, nelle pause tra due riprese, va a discutere con le comparse (“extras” in inglese) dando consigli su pratiche sessuali kinky e su come vincere un Oscar. Una performance dallo humour tanto feroce quanto esilarante.

Il suo di Oscar (vinto per il film The reader) lo tiene in bagno, alla giusta distanza, per non crederci troppo. E gli altri 70 premi, tra Bafta, Golden Globes, Emmys, sono chiusi in un armadio. “Sono davvero 70?”, chiede con un candore tinto di autoironia. “Io non li ho contati. Ovviamente ne sono orgogliosa, ma soprattutto sono grata a tutte le persone che mi hanno aiutato. E poi non posso permettermi di pensarci troppo, l’obiettivo è andare avanti, imparare sempre nuove cose e accumulare esperienza”, riflette in silenzio… “Oddio! Sto inanellando luoghi comuni!”, ride di se stessa, British come non mai. Mentre noi spettatori attendiamo con impazienza la sua prima grande commedia brillante.

Photo by Peter Lindbergh
Fashion editor Clare Richardson

Fashion assistant Esther Matilla Oubina
Hair stylist OdileGilbert@Atelier 68 Paris
Makeup artist Tom Pecheux@Calliste Paris using Lancome
Props stylist Jean-Hugues De Chatillon


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